Biblioteca di Cecina: umidità e muffe nei locali, un pericolo per la salute
Cecina, ecco perché la struttura di via Pasubio per l’Asl deve rimanere chiusa al pubblico. Le analisi rilevano anche la presenza di cromo esavalente sulle pareti. di Manolo Morandini
CECINA. «Le condizioni attuali dei locali della biblioteca sono tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute di coloro che li frequentano». Umidità elevata, proliferazione di muffe e anche la presenza di cromo esavalente idrosolubile nelle aree delle pareti interessate dalle infiltrazioni. Questo il quadro della situazione igienico sanitaria dell’edificio inaugurato nel dicembre 2001. A certificarlo è l’Asl 6 di Livorno sulla scorta dei risultati delle misurazioni e dei campionamenti chiesti dal sindaco Samuele Lippi, in scia al provvedimento di chiusura della struttura lo scorso 10 luglio. I tempi per la riapertura si fanno sempre più incerti.
È indispensabile una manutenzione straordinaria e non solo il rifacimento del tetto. Umidità e muffe. La relazione del dipartimento di Prevenzione dell’Asl 6 di Livorno per la Bassa val di Cecina porta le firme dei dirigenti Vito Conti (Igiene e sanità pubblica) e della collega Roberta Consigli (Sicurezza nei luoghi di lavoro). Le infiltrazioni di acqua «hanno portato a un’elevata umidità nei muri, soprattutto a livello sottosuperficiale, in numerose aree praticamente in tutti i locali», si legge nel documento. Ed è in questo ambiente che trovano «le condizioni utili alla crescita e proliferazione le muffe». Nella sala convegni, in quella per la lettura e lo studio, nella zona tv e nei locali dell’Informagiovani nei muri i valori di umidità superano il 25%. Valori oltre la soglia del 20% che determina un eccesso d’umidità tale da determinare il degrado dei materiali e la formazione di muffe. A cui segue il rischio per chi lavora e frequenta la biblioteca di infezioni alle vie respiratorie, asma e allergie in maniera maggiore rispetto a chi vive e frequenta ambienti in condizioni igienicamente ottimali.
Cromo esavalente. I tecnici e i medici dell’Azienda sanitaria escludono effetti sulla salute di chi ha frequentato i locali. Il cromo esavalente è tossico per ingestione, assorbimento dermico e inalazione. «Appare estremamente remota la possibilità che i frequentatori della biblioteca siano venuti a contatto con il cromo esavalente presente in alcune aree delle pareti interessate dalle infiltrazioni, per tutte e tre le modalità di esposizione». Ma aggiungono: «Essendo un cancerogeno e derivando, in massima parte, dai materiali con cui è stato realizzato l’edificio, non deve essere presente nei locali e quindi devono essere poste in atto tutte le azioni necessarie per eliminarlo».
Dopo la chiusura immediata del 9 luglio, a cui il giorno successivo ha fatto seguito l’ordinanza di fermo a tempo indeterminato della biblioteca comunale, i servizi sono stati trasferiti nei locali del Centro di via Ambrogi. Qui nell’arco di cinque giorni sono stati attrezzati i tavoli per lo studio e la lettura e la sala con le otto postazioni internet e la rete wi-fi. Adesso, concluse le analisi dell’Asl, potrà essere trasferite anche una parte dei libri. Sul caso è stata attivata anche una commissione interna per verificare e ricostruire l’iter dalla progettazione alla manutenzione dell’immobile. «I risultati non sono disponibili ma a breve saranno messi a disposizione della commissione di garanzia e controllo – dice il sindaco Lippi –. Se emergeranno responsabilità chi ha sbagliato ne dovrà rispondere». Restano da trovare i soldi necessari per la manutenzione straordinaria della biblioteca, dal rifacimento del tetto, fino all’ipotesi di togliere il rivestimento esterno in ceramica che amplifica il fenomeno umidità. La stima iniziale di 394.000 euro appare superata.
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